Un quadriennio iniziato con l’emergenza Covid e terminato con la storica medaglia d’oro della nazionale femminile alle Olimpiadi di Parigi quello che ha visto la camerinese Tiziana Ferretti alla guida della pallavolo maceratese. Alla scadenza del suo mandato quale presidente del Comitato territoriale di Macerata con Tiziana Ferretti, che ha pubblicamente manifestato la scelta di non ricandidarsi, abbiamo tracciato un bilancio di questi anni.
Presidente, un’ esperienza che si conclude…
Come ogni cosa esiste un inizio, ma c’è anche una fine. Questa mia esperienza si conclude con un bilancio diciamo in pareggio. E’ innegabile, infatti, che ci sono stati momenti negativi legati alle problematiche innescate dalla pandemia e anche dalla riforma del lavoro sportivo. Abbiamo affrontato tante difficoltà che forse non avevamo mai dovuto fronteggiare nella nostra vita pallavolistica. Si è trattato, dunque, di esperienze totalmente nuove che ci hanno costretto a capire prima ancora che a poter agire. Dall’altra parte, però, un bilancio positivo per i numerosi successi sportivi e non solo che siamo riusciti ad ottenere, con la ciliegina sulla torta della prima medaglia d’oro olimpica conquistata da una nostra nazionale senza dimenticare nel nostro territorio gli scudetti vinti dalla Lube.
Perchè ha deciso di non ripetere questa esperienza?
Ho deciso di tornare a fare la mamma. Essere presidente di un Comitato, sia pur piccolo come quello di Macerata che, però, è sicuramente importante, significa essere gravati da impegni, ma soprattutto da responsabilità. Caratterialmente sono una persona che mette sempre il massimo impegno in quello che fa e non riuscendo più a dare il massimo preferisco fare un passo indietro. In più mi sono resa conto del troppo tempo sottratto alla mia famiglia che ora conto di poter recuperare.
Lascia, tuttavia, con un record di numeri di tesserati. Le Marche, infatti, sono prime in Italia per numero di tesserati in rapporto agli abitanti e Macerata primeggia nella regione…
Nel nostro territorio abbiamo società che lavorano per incrementare il numero di tesserati, nonostante le molte difficoltà in cui sono costrette a dibattersi, e in questo una grossa spinta è stata data anche dai recenti successi ottenuti a livello nazionale e mondiale. Questo ha fatto sì che la pallavolo, soprattutto nel femminile, esercita una forte attrazione sui giovani che sono la linfa vitale di tutto il movimento. Devo dire che è stata una grande fortuna soprattutto dopo la pandemia che, al contrario, aveva fatto registrare una contrazione a livello di numeri.
Il suo rapporto con le società?
Direi ottimo. Lavoriamo bene e di comune accordo cercando, ove possibile, di risolvere problemi e superare difficoltà, dal momento che a livello federale il presidente del Comitato territoriale è il primo e più vicino punto di riferimento.
Cosa metterebbe in cornice e cosa eliminerebbe di questi quattro anni?
In cornice metto sicuramente la stella Coni che mi è stata conferita lo scorso anno perchè rappresenta il riconoscimento di una vita spesa nello sport, in questo caso la pallavolo, come atleta, tecnico e dirigente. Per quanto riguarda quello che eliminerei forse qualcosa di me, in particolare un buonismo eccessivo nel cercare sempre di trovare una soluzione per tutti. Mi sono resa conto nel tempo che quando si ricopre un ruolo istituzionale a volte è necessario anche essere duri e fermi nelle proprie posizioni.
Quale eredità lascia al suo successore?
Spero di aver lasciato una buona eredità di un Comitato attivo, ben organizzato e che lavora. Tante saranno le novità ancora da affrontare, ma sono sicura che il nuovo presidente e i suoi collaboratori riusciranno a farvi fronte nel migliore dei modi.
Comments